Focus Ecosistemi: le Marche
Regione policentrica sorprendente, dalla forte tradizione artigiana e manifatturiera, le Marche vantano uno degli ecosistemi dell'innovazione più dinamici d'Italia
Le Marche sono una regione sorprendente. Negli anni ’70 e ’80 erano tra le punte di diamante di quella che i sociologi chiamavano “Terza Italia”, grazie a un manifatturiero d’eccellenza che sapeva coniugare qualità, convenienza e innovazione; e ancora oggi alcune tra le aziende manifatturiere più importanti e dinamiche d’Italia, ad esempio nel settore del comfort termico o nella produzione di cappe da cucina, si trovano nelle Marche. Non mancano nella regione aziende leader in altri pilastri dell’export italiano, come l’agroalimentare e il lusso.
È senz’altro un territorio policentrico quello delle Marche, e ci si può imbattere in aziende straordinarie in ogni suo angolo. A Fano come a Jesi, a Treia come a Pesaro, a Fabriano come ad Ascoli Piceno. Uno dei punti di forza del tessuto produttivo marchigiano è la tradizione artigiana locale: basti pensare che a Fabriano si faceva la carta già nel XIII secolo, e che nel pesarese si lavora la ceramica dal XIV secolo. Agli imprenditori marchigiani piace il lavoro ben fatto, che si tratti di un mocassino o di un banco da taglio per vetro laminato.
Nelle Marche, poi, non mancano le università di qualità. Oltre all’Università Politecnica delle Marche (ad Ancona) operano l’Università di Macerata, quella di Camerino e quella di Urbino: ben quattro, per un territorio di appena un milione e mezzo di abitanti. Difatti, storicamente, le Marche si collocano sopra la media nazionale per numero di laureati, superando anche gran parte delle regioni del nord.
Non stupisce che una regione così operosa e istruita sia anche molto orientata all’innovazione. Nel Regional innovation scoreboard (estensione dello European innovation scoreboard, e concepito per valutare le performance delle regioni europee in ambito innovazione sulla base di determinati parametri) le Marche figurano allo stesso livello della Lombardia, del Lazio o del Veneto: Moderate Innovator +, addirittura con un piazzamento leggermente superiore rispetto alle altre regioni citate.
Nel complesso l’ecosistema marchigiano dell’innovazione è vitale e dal grande potenziale: sono oltre 300 le startup innovative presenti nel territorio; un dato degno di nota, soprattutto alla luce del fatto che la percentuale di startup innovative sul totale delle nuove società di capitali è la più alta d’Italia!
Esempi eloquenti di startup marchigiane sono la Astreo e la Cyber Evolution. La prima è ibrida, così come sono ibride le Marche, al contempo adriatiche e appenniniche, collinari e urbanizzate: ha uffici a Bologna e a San Benedetto del Tronto, il suo CEO (Alberto Marri) proviene dalle Marche, ed è specializzata in soluzioni avanzate per il monitoraggio e l’ottimizzazione dell’energia in ambito industriale; Astreo si rivolge in particolare alle PMI italiane, per le quali i crescenti costi dell’energia sono un importante freno per la competitività.
La seconda sviluppa tecnologie di frontiera nell’ambito della cybersecurity. Cyber Evolution è celebre per via di LECS, soluzione plug & play che funge da black box in grado di implementare contromisure immediate ed efficaci, a costi contenuti e accessibili alle aziende; LECS si avvale di algoritmi intelligenti e autonomi, integrati con Machine Learning ed AI. Entrambe le startup operano nel manifatturiero (seppur in senso lato), ed entrambe hanno sede nell’ascolano. In effetti Ascoli Piceno è uno dei territori italiani più ricchi di startup. Una conferma di quante sorprese riservino le Marche.