9 novembre 2025

Conversazioni sull’energia sostenibile: il punto di Alberto Marri, imprenditore

Venerdì 14 novembre si terrà a Trento, presso il Grand Hotel, a partire dalle 15, la Spreentech Conversation dell’autunno, dall’eloquente titolo “Energia per l’edilizia e la società di domani: dall’idroelettrico all’eolico, dal solare all’idrogeno”. Tra gli speaker della tavola rotonda l’ingegner Alberto Marri, CEO e cofondatore di Astreo, tech company con uffici a Bologna e a San Benedetto del Tronto. Ecco cosa ci ha raccontato.

Alberto Marri in ufficio a Bologna

Ingegner Marri, perché il know-how e le soluzioni avanzate di Astreo, usate dalle PMI manifatturiere italiane per monitorare e ridurre i consumi energetici, possono essere utili anche in ambito edilizia?

È vero, noi lavoriamo soprattutto con PMI del manifatturiero, uno dei pilastri dell’economia italiana. Tuttavia la nostra tecnologia è versatile: estremamente verticale nella tematica, cioè il monitoraggio energetico, e al contempo orizzontale nella sua applicazione. Questo perché il tema del costo dell’energia è un problema reale non solo per il manifatturiero, ma per ogni settore della nostra economia. Tenere sotto controllo le singole utenze e analizzare in modo capillare i dati è un vantaggio concreto pure nelle costruzioni.

D’altra parte il mondo dell’edilizia sta compiendo un grandissimo sforzo per abbracciare la transizione ecologica, come sapete molto bene voi di Spreentech Ventures. Il Trentino è uno dei territori italiani che riserva più attenzione ai quattro elementi cruciali per la vita umana: luce naturale, acqua pulita, aria salubre ed energia sostenibile. Ecco perché sono felice di prendere parte alla Spreentech Conversation dedicata all’energia che si terrà il 14 novembre a Trento. A questo proposito ringrazio l’ingegner Lucchese per l’invito.

C’è un case study in ambito costruzioni su cui si può soffermare?

Sicuramente il case study di maggior rilievo riguarda quello di uno studentato a Bologna. I nostri dati sono stati usati a supporto del BIM per creare un digital twin energetico e prendere decisioni essenziali per ridurre i consumi e l’impatto ambientale. Si è trattato di un contributo a un grande lavoro con partner di altissimo livello, ed è stata per il team Astreo una tangibile opportunità di crescita professionale e tecnoscientifica. In generale devo dire che a Bologna, dove abbiamo il nostro ufficio operativo (presso il Bi-Rex), c’è una forte attenzione verso questi temi, e un paio di anni fa è stata lanciata un’iniziativa pionieristica di gemello digitale urbano… iniziativa che ha coinvolto un importante attore scientifico trentino, la Fondazione Bruno Kessler.

Perché il monitoraggio e la riduzione dei consumi energetici sono priorità delle aziende italiane?

Perché l’Italia è un grande paese manifatturiero, il secondo in Europa dopo la Germania, ma le aziende manifatturiere pagano tantissimo l’energia. L’anno scorso il prezzo all’ingrosso dell’elettricità nel nostro paese ha superato i cento euro per megawattora, più che in Spagna e Germania, e soprattutto in Francia, dove è rimasto sotto i sessanta euro. Per una PMI sono costi davvero insostenibili, che riducono in modo significativo la competitività e i margini. E in effetti la missione di Astreo è proprio quella di supportare le aziende (manifatturiere ma non solo) nel monitoraggio e nella riduzione (sino al 30%) dei consumi energetici attraverso la nostra innovativa tecnologia plug-in.

Quali sono le parole chiave, i valori che guidano Astreo?

Sostenibilità e risparmio sono due concetti cardine. Un altro ovviamente è innovazione: siamo ingegneri, e Astreo è una tech company. Per quanto concerne i valori, vorrei citare serietà, precisione, affidabilità e attenzione ai bisogni del partner. Aggiungerei poi la parola rispetto, che ovviamente – come mi ha insegnato un ingegnere della Formula 1 alcuni anni fa – è una strada a doppio senso… Io e i miei due colleghi soci, gli ingegneri Jonjan Hoxha e Andrea Gualandi, crediamo molto nel rispetto.

Astreo è una tech company molto attiva in Italia centrosettentrionale, ad esempio in Emilia-Romagna, Marche e Umbria; il nordest è un’area di vostro interesse?

Certo. Il nordest è una delle aree più industrializzate d’Europa, e la sua struttura produttiva è caratterizzata da una forte densità di PMI che consumano ovviamente un bel po’ di energia. Allo stesso tempo però è in corso, in tutto il nordest, un grande sforzo per adottare modelli di business e paradigmi produttivi orientati alla riduzione dell’impronta carbonica e a consumi più attenti. Voi di Spreentech Ventures siete un esempio, al pari – in Trentino – di Habitech, del Polo Edilizia 4.0 ecc. Anche in Alto Adige c’è una grande effervescenza, così come in Friuli, nel bellunese con la Dolomiti Innovation Valley ecc. In generale, laddove si produce e si crea valore con la manifattura, Astreo ci può e ci deve essere.

Il cofondatore di Astreo Jonjan Hoxha con il collega Giuseppe Di Iorio (Technical Sale) in Svizzera

Ingegnere, di recente Astreo è stata impegnata in missioni all’estero, segnatamente in Svizzera, e fiere, come SMAU a Milano ed A&T a Vicenza, giusto? Che feedback vi siete portati a casa?

Dunque, sì è corretto: quest’anno Astreo non sta solo crescendo in termini di fatturato e team, ma sta pure ampliando il proprio raggio geografico. Il nordest e la Svizzera sono mercati che riteniamo di estremo interesse, dato che vantano significative basi industriali e un crescente orientamento verso la sostenibilità. A SMAU così come ad A&T il tema di ridurre il proprio impatto carbonico e diventare più sostenibili era assai sentito, non a caso la nostra offerta ha destato molto interesse. Il punto però è che la transizione ecologica, al pari di quella energetica a cui è strettamente legata, va affrontata come sistema-paese e, nei territori, come ecosistemi, perché da soli non si va da nessuna parte.

In generale sta crescendo, in Italia, la consapevolezza su cosa significhi AI e avere accesso al dato. Monitorare e misurare sono le basi necessarie per ogni azione più ambiziosa. La conditio sine qua non, oserei dire.

Voi avete sede legale nelle Marche e operativa in Emilia-Romagna. Quali sono i punti di forza degli ecosistemi dell’innovazione di queste due regioni?

In generale l’Italia centrale (in un’accezione estesa del concetto) è una delle due locomotive del paese. Basti pensare che la seconda regione per PIL è il Lazio… Dunque, le Marche sono una terra ricca di sapere e voglia di fare, con quattro università, c’è un grandissimo potenziale innovativo, e lo dimostrano storie di successo come Cyber Evolution, realtà di Ascoli Piceno. Quanto all’Emilia-Romagna, che dire? È una rete di ecosistemi dell’innovazione in grado di primeggiare in settori strategici come l’agrifood, la mobilità e i dati; non è un caso se Jonjan, Andrea e io abbiamo posto il nostro ufficio operativo a Bologna.

Dove immagina Astreo tra cinque anni, ingegnere?

Astreo, com’è noto, era un titano, anzi: il titano delle stelle e dei pianeti. E in effetti noi siamo ambiziosi, e puntiamo alle stelle. Quindi immagino grandi cose, per l’Astreo del 2030! Detto ciò, credo che abbiamo ancora tanta strada da percorrere, e va bene così. Per aspera ad astra, no? Senz’altro siamo un team ambizioso, ma per essere ambiziosi (e non velleitari) servono serietà e affidabilità, oltre che pazienza. Spero dunque che tra cinque anni saremo un punto di riferimento per tutte quelle PMI, in Italia e in altri paesi europei, alla ricerca di un partner serio e affidabile nella riduzione dei consumi energetici e nella digitalizzazione.