20 settembre 2025

Conversazione con la cofounder: Angelica Pianegonda, a capo di RUMA

RUMA, startup dell’economia circolare e della rigenerazione ambientale con quartier generale a Rovereto, società benefit oggetto di investimento da parte di Spreentech Ventures

Originaria del nordovest vicentino (per la precisione di Valdagno), Angelica Pianegonda è CEO e socia cofondatrice di RUMA, startup dell’economia circolare e della rigenerazione ambientale con quartier generale a Rovereto. Nel corso di questa conversazione Angelica, 31 anni, ci racconta di più di lei e di RUMA, società benefit che nell’ultimo trimestre 2023 è stata oggetto anche di un investimento da parte di Spreentech Ventures.

Angelica, qual è il tuo background scientifico?

Mi sono laureata all’Università di Trento in Architettura e Ingegneria edile nel 2019.  Subito dopo ho iniziato a occuparmi di paesaggio in senso ampio, studiando come progettare spazi che riconnettano città e natura, persone e biodiversità. In particolare mi sono concentrata su come l’agricoltura e la natura possano essere integrate negli spazi urbani in modo utile e accessibile per tutti. Sto concludendo un dottorato di ricerca su questi temi presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, sempre a Trento. Negli ultimi sei anni ho lavorato in diversi progetti di ricerca e sviluppo, cercando sempre di unire il lavoro sul campo con l’uso di strumenti digitali per aiutare le comunità e gli enti pubblici a prendersi cura del proprio territorio.

Perché tu e i tuoi colleghi avete fondato RUMA?

Dunque, RUMA è sorta nel giugno del 2022 come spinoff di SATURN, un progetto di ricerca finanziato dallo European Institute of Innovation and Technology (EIT). Il progetto, con capofila la Fondazione Edmund Mach (FEM) e tra i partner l’Università degli Studi di Trento, si poneva come fine lo sviluppo di strumenti immateriali, quali linee guida, metodologie e  software per la riconnessione dei paesaggi urbani e rurali.

Durante il progetto abbiamo capito che c’era spazio per trasformare queste idee in servizi concreti. Così è nata l’idea di una startup in grado di offrire strumenti digitali per la gestione ambientale. Il nostro approccio si è poi evoluto grazie ai programmi di incubazione e accelerazione, fino a diventare un modello di business scalabile.

E in cosa consisteva l’attività di ricerca?

In sintesi, l’obiettivo era analizzare l’impatto delle attività umane, in particolare in termini di emissioni, e di confrontarlo con la biocapacità del territorio, ovvero la sua capacità di rigenerare le risorse consumate. Nonostante il Trentino sia prevalentemente coperto da aree naturali la ricerca ha rivelato che le persone consumano molte più risorse di quelle che la natura riesce a rigenerare. Il concept iniziale, naturalmente, è stato via via affinato e integrato per adattarsi al mercato, fino a trasformarsi in una proposta commercialmente valida.

E che cosa fa RUMA?

RUMA aiuta le aziende a investire nel territorio in modo concreto e misurabile. Mettiamo in contatto le aziende con progetti di piantumazione e cura delle aree naturali vicino a loro, permettendo agli stakeholder aziendali di vedere dal vivo dove vanno a finire i loro investimenti ambientali. Non vendiamo solo tecnologia, ma creiamo esperienze reali che uniscono sostenibilità, territorio e persone.

Per rendere questi investimenti davvero misurabili e tracciabili nel tempo sviluppiamo tecnologie avanzate per il monitoraggio ambientale e il calcolo del carbonio assorbito da alberi, foreste e altre aree verdi. Attraverso partnership con enti pubblici e aziende private, la nostra piattaforma EcoSense permette di osservare da remoto lo stato delle aree naturali e di documentare con precisione quanto carbonio riescono a immagazzinare, trasformando l’esperienza sul campo in dati concreti per la rendicontazione aziendale.

Quali sono le vostre soluzioni principali?

Il nostro prodotto principale è EcoSense, una piattaforma che accompagna le aziende in tutto il percorso di investimento nella rigenerazione ecologica. Attraverso EcoSense le aziende possono individuare progetti locali di rigenerazione ambientale, finanziarli direttamente e organizzare visite ai siti con i propri team. Durante queste visite collaboratori e stakeholder aziendali partecipano ad attività di team building che li coinvolgono direttamente nella cura dell’ambiente, piantando alberi o contribuendo alla riqualificazione delle aree. Una volta avviati i progetti la piattaforma monitora continuamente i progressi e fornisce alle aziende tutti i dati necessari per rendicontare con precisione le proprie attività di sostenibilità.

Oltre a EcoSense offriamo servizi specialistici per chi ha esigenze specifiche. Realizziamo progetti di monitoraggio delle aree naturali per enti pubblici e organizzazioni, sviluppiamo iniziative di rigenerazione e restauro ecologico su scala territoriale, creiamo piattaforme WebGIS personalizzate per la gestione digitale del territorio. Questi servizi ci permettono di lavorare a stretto contatto con amministrazioni locali e partner tecnici per creare l’ecosistema di progetti che poi le aziende possono scegliere e finanziare attraverso EcoSense.

Cosa significa l’acronimo RUMA?

RUMA è l’acronimo di Rural Urban Metabolism Agency, cioè agenzia per il metabolismo urbano-rurale. È un riferimento all’idea che città e territori naturali siano interconnessi, come un organismo vivente: assorbono risorse, le trasformano e producono scarti. Fino a oggi questo ciclo è stato quasi sempre lineare: si prende, si consuma, si scarta. Noi vogliamo contribuire a renderlo più circolare, riducendo gli sprechi e rigenerando gli ecosistemi.

Un premio europeo per la startup RUMA

fonte: RUMA https://ruma-agency.squarespace.com/about

 

Da chi è composta RUMA?

Da quattro soci fondatori, inclusa la sottoscritta. Due donne e due uomini. Siamo quattro ricercatori o ex-ricercatori. Abbiamo background in scienze naturali, gestione forestale e architettura del paesaggio. Due soci (Sara Favargiotti e Marco Ciolli) sono professori associati presso l’Università degli Studi di Trento, mentre il quarto (Francesco Geri) è un professionista con un’importante esperienza nello sviluppo di software in ambito ambientale. Dall’inizio del 2024 abbiamo anche un socio investitore, l’acceleratore di startup green Spreentech Ventures.

C’è molto Trentino in RUMA…

Sì. Anche se veniamo da posti diversi – Veneto, Toscana e Piemonte – ci siamo trovati a Trento, dove è nata RUMA. Qui abbiamo trovato un contesto che crede davvero nell’innovazione legata alla sostenibilità. Personalmente, arrivando da una zona montana dove convivono natura e industria, mi porto dentro questa tensione tra cura del territorio e voglia di trasformarlo. Ed è un po’ il cuore del nostro lavoro.

Qual è la mission e la vision che animano RUMA?

In RUMA usiamo la tecnologia per fare qualcosa di molto semplice: prenderci cura della natura. Studiamo i territori, analizziamo i flussi di carbonio, aiutiamo aziende e comunità a rigenerare gli ecosistemi. Perché innovazione, per noi, significa impatto concreto sul pianeta.

Quali sono i valori di RUMA?

Crediamo in un modo di fare impresa che metta al centro la responsabilità verso l’ambiente e le persone. Siamo una Società Benefit proprio per questo: vogliamo generare un impatto positivo concreto, e non solo economico. Per noi ricerca e innovazione hanno senso solo se servono a costruire un futuro più giusto, sostenibile e condiviso. E ci teniamo che questo processo sia trasparente, accessibile e aperto alla collaborazione .

Quanto ti preoccupa la crisi climatica, Angelica?

La crisi climatica preoccupa molto me e i miei soci. Non solo per gli impatti visibili e quantificabili che ha sull’ambiente, ma soprattutto per quelli più sottili e sistemici, che alterano gli equilibri vitali del pianeta. Siamo profondamente turbati dalla rapidità con cui ecosistemi complessi si stanno degradando, con conseguenze drammatiche per la biodiversità — per le piante, per gli animali, per l’acqua e per il suolo — ma anche per la vita umana in tutte le sue forme.

Ancora, ci preoccupa la lentezza con cui si sta sviluppando una reale consapevolezza culturale e collettiva. L’urgenza è evidente, eppure troppo spesso manca la sensibilità, la responsabilità diffusa, la capacità di vedere il legame profondo tra la salute del pianeta e quella delle comunità che lo abitano. La crisi climatica non è soltanto un problema scientifico o tecnologico: è una crisi di percezione e di valori.

È per questo che in RUMA abbiamo scelto di agire, mettendo al centro del nostro lavoro la trasparenza, il rigore scientifico e il legame con il territorio. Vogliamo contribuire a costruire strumenti che non solo misurino, ma raccontino, coinvolgano, trasformino. Perché crediamo che ogni dato, se comunicato con chiarezza, possa diventare una leva di cambiamento; e che ogni progetto di rigenerazione possa essere un gesto di cura verso la Terra e verso le generazioni future.

RUMA può contare sul sostegno di un acceleratore di startup green, Spreentech Ventures. Puoi dire di più a riguardo?

Spreentech Ventures è un socio investitore di RUMA. Opera soprattutto nel campo della sostenibilità ambientale e dell’edilizia di nuova generazione. Il suo contributo, finanziario ma non solo, è stato prezioso per noi, in particolare nel passaggio dalla ricerca al mercato. Ci ha aiutato a trasformare una tecnologia promettente in un servizio strutturato, scalabile e orientato a rispondere a bisogni reali. Avere un acceleratore specializzato in sostenibilità significa poter contare su una rete di mentor, investitori e imprese che condividono la nostra stessa visione. È stimolante e molto concreto.

RUMA ha sede in Trentino. Quali sono i vantaggi di operare in questo territorio?

Senz’altro siamo felici di essere così radicati in Trentino. La nostra sede operativa è a Rovereto, presso il Progetto Manifattura di Trentino Sviluppo, mentre la sede legale è a Trento. Abbiamo scelto di rimanere in questo territorio per varie ragioni. Prima di tutto un ecosistema dell’innovazione stimolante, con startup e acceleratori come il già citato Spreentech Ventures. In secondo luogo c’è sensibilità verso le tematiche ambientali: ne è un esempio il Progetto Manifattura, che è strutturato per creare prossimità tra diverse realtà aziendali, facilitando il dialogo e il confronto tra settori e talenti.

Il supporto di Trentino Sviluppo, tramite un bando specifico per nuove imprese a cui RUMA ha partecipato ricevendo un contributo, è stato fondamentale per consentire all’azienda di muovere i primi passi: ci ha dato la forza e il coraggio per andare avanti.

Cosa offre RUMA alle aziende?

Cerco di rispondere in modo sintetico. RUMA dà alle aziende la possibilità di investire in progetti di rigenerazione ambientale a livello locale, in modo concreto e trasparente.  Attraverso la piattaforma EcoSphere è possibile investire nei progetti; grazie invece alla piattaforma EcoSense si possono monitorare i progetti, analizzando i flussi di carbonio, e finanziarli. Questo consente alle aziende di supportare progetti vicini alla loro sede operativa, e di generare un impatto positivo sul territorio, rafforzando il legame con la comunità locale, con i cosiddetti stakeholders. L’obiettivo è offrire investimenti trasparenti e tracciabili, e dati affidabili, grazie alla scientificità dei progetti, a beneficio della reputation e della credibilità dell’azienda. Ancora, l’offerta di RUMA aiuta le aziende a rispondere alla richiesta del mercato di produzioni non inquinanti e sostenibili.

Quali sono i vostri punti di forza?

Credo che il nostro punto di forza principale sia l’approccio integrato. Uniamo la competenza scientifica alla capacità di sviluppare soluzioni digitali semplici da usare, senza perdere in qualità. Inoltre, lavoriamo in rete con esperti di vari settori – dalla tecnologia alla comunicazione – per offrire ai nostri clienti non solo dati, ma visione e accompagnamento. E poi siamo persone testarde: non ci fermiamo finché non troviamo una soluzione concreta.

Quali saranno le prossime mosse, Angelica?

Domanda impegnativa! Nei prossimi mesi intendiamo aumentare i parametri analizzati da EcoSense, includendo i rischi d’incendio, il sistema boschivo, la biodiversità e la protezione del suolo, la sicurezza (calamità naturali, alluvioni, venti, piogge, nubifragi). Vogliamo ampliare gli ambienti monitorati, includendo i parchi urbani e l’agricoltura sostenibile (come le torbiere). Questi programmi di sviluppo potranno essere effettuati in più periodi per consentire costanti sperimentazioni sul campo.

EcoSense sarà implementata per essere usata anche da enti pubblici (Comuni, ASUC, Comunità di Valle, Società e Aziende a partecipazione pubblica) in modo da osservare lo stato e l’evoluzione del loro territorio. Continueremo poi a costruire nuove sinergie pubblico-private per supportare la gestione sostenibile del territorio, collaborando con enti pubblici su progetti innovativi.

Come immagini RUMA nel 2030?

Immagino RUMA come una realtà solida, riconosciuta per la qualità del suo lavoro e per l’impatto positivo che riesce a generare. Vorremmo che fosse un punto di riferimento per chi sceglie di usare la tecnologia non solo per innovare, ma per prendersi cura del mondo in cui viviamo. Spero che nel 2030 potremo guardarci indietro e dire con orgoglio: «Abbiamo fatto la nostra parte». Lo ammetto, noi soci siamo ambiziosi — ma del resto quando si lancia una startup non si può che esserlo! Il nostro obiettivo è che RUMA diventi un attore centrale nell’ambito dell’innovazione ambientale applicata alla gestione sostenibile del territorio: una realtà matura, ma con un’anima profondamente orientata alla ricerca, in grado di affiancare aziende e istituzioni nella costruzione di progetti ambientali fondati su dati scientifici, trasparenza e impatto reale.

Nel 2030 vorremmo che ECOSENSE, la nostra piattaforma, fosse utilizzata in maniera diffusa da enti pubblici, imprese e comunità locali per monitorare la salute degli ecosistemi, pianificare interventi di rigenerazione e comunicare con credibilità il proprio impegno climatico. Infine, immaginiamo un team ancora più multidisciplinare, capace di integrare tecnologia, ecologia e progettazione sociale. Vogliamo che il nostro lavoro contribuisca a promuovere una nuova cultura della sostenibilità, dove ambiente, economia e benessere delle persone non siano più in contrapposizione, ma parte di un unico sistema interconnesso.